Quando si usa il legno massello, capita non di rado di dover
ricorrere alla costruzione di pannelli per ottenere elementi della larghezza
desiderata. Trovare tavole particolarmente larghe non è sempre possibile, in
più quest’ultime porrebbero possibili problematiche di stabilità dimensionale
che potrebbero mettere a repentaglio la buona riuscita del nostro progetto.
Costruire un pannello non è un processo particolarmente
impegnativo, a patto di possedere gli attrezzi giusti e adoperare alcuni
accorgimenti atti a facilitare il lavoro.
Il procedimento può essere suddiviso in cinque fasi:
1) Spianare
i singoli elementi
2) Comporre
il pannello a secco
3) Piallare
le coste degli elementi
4) Incollare
5) Rifinire
il pannello
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Durante la lavorazione dei singoli elementi, considerando
come punto di partenza il legno grezzo, si utilizzano le pialle classiche che,
in sequenza, sono lo sbozzino, la jack ed eventualmente la jointer se i pezzi
sono particolarmente lunghi. Personalmente non curo questa fase di preparazione
in modo particolare, evitando l’uso della pialla da finitura e accontentandomi di
ottenere dei pezzi di spessore omogeneo (leggermente superiore a quello finale)
e superfici senza strappi. Infatti, anche prestando molta attenzione, è
pressoché inevitabile creare dei dislivelli tra gli elementi durante la fase di
incollaggio, che, se pur minimi, costringono ad una nuova rettifica della
superficie del pannello.
La seconda fase consiste nel comporre il pannello a secco,
cercando di accostare gli elementi in modo da ottenere il risultato estetico
desiderato. Quando si usano le pialle manuali è quasi un obbligo orientare i
pezzi con la venatura nello stesso verso in modo da favorire la rifinitura
successiva. E’ importante che il legno sia ben stagionato e, quando possibile,
meglio utilizzare legno proveniente da tagli radiali in modo da aumentare la
stabilità degli elementi e, conseguentemente dell'intero pannello.
Nel caso in cui il pannello debba essere successivamente
bugnato o altrimenti lavorato con una modanatura lungo i bordi, si può
scegliere di orientare un elemento esterno con la venatura in senso opposto.
Ciò permette alle pialle da modanatura di lavorare i bordi sempre a favore di
vena e di ottenere superfici meglio rifinite. Naturalmente nella fase
successiva staremo attenti a piallare l'elemento con l'orientamento opposto nella
giusta direzione (utilizzando la pialla nel verso contrario a quello adoperato
per la restante parte del pannello).
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Il caso ideale si verifica quando si costruiscono pannelli
composti da due soli elementi, ricavati tagliando a metà una tavola lungo il suo
spessore e incollandoli dopo averli aperti a "libro". La pialla potrà
lavorare i bordi sempre in favore di vena e in più è possibile ottenere un
interessante risultato estetico, soprattutto se si utilizzano elementi
maggiormente figurati.
Una volta individuata la sequenza di elementi che ci
soddisfa maggiormente occorre marcare una delle superfici del pannello, così da
poterlo successivamente incollare nel modo corretto. A questo scopo si può
disegnare una "V" col vertice rivolto verso uno dei due lati lunghi.
Per un incollaggio efficiente, occorre che le coste degli
elementi siano perfettamente combacianti per tutta la loro lunghezza e nello
stesso tempo che il pannello stia in piano. Un metodo per raggiungere questo
risultato è quello di ottenere dei bordi squadrati e rettilinei. Al contrario
di ciò che avviene con delle macchine elettriche, dotate di precisi piani di
riscontro, ottenere un bordo squadrato e rettilineo lavorando manualmente
richiede una certa dimestichezza.
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Piallando gli elementi a coppie si compensano gli errori di squadratura |
In alternativa si possono piallare le coste con una tecnica
che chiameremo a "libro".
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la concavità è stata esagerata a scopo illustrativo |
In pratica le coppie di coste adiacenti si piallano insieme
dopo aver ripiegato gli elementi come se si chiudesse appunto un libro. In
questo modo, anche se la pialla non è tenuta in squadro, l'errore si compensa
quando i due elementi vengono riaperti per procedere all'incollaggio. La nostra
attenzione potrà dunque essere focalizzata ad ottenere dei bordi rettilinei o,
al limite, appena concavi in modo che possano combaciare facilmente sotto l'azione degli
stringenti.
Che tipo di pialla utilizzare per questo lavoro?
Il mio consiglio è quello di utilizzarne una di lunghezza
adeguata. Una "jack" può svolgere bene il compito solo su pezzi di
ridotte dimensioni (50-60 cm); oltre meglio utilizzare una "jointer"
che è la pialla dedicata a questa lavorazione (il verbo
inglese "to
join" si traduce infatti con "unire").
Durante l'azione occorre prestare attenzione a non far
ondeggiare la pialla e a ottenere un truciolo continuo su entrambi gli elementi
accoppiati, utilizzando poca profondità di taglio. Particolare cura sarà
osservata in entrata e in uscita dal pezzo (la pressione è sul pomello
anteriore in entrata, mentre in uscita si sposta su quello posteriore). Può
essere di aiuto marcare con la matita per seguire il progresso del nostro
lavoro e continuare almeno fino a che tutti i segni siano spariti.

Distribuiamo la colla (personalmente utilizzo quella
vinilica) su entrambe le superfici da incollare, distibuendola bene con un
pennello. Se abbiamo eseguito il lavoro di "jointing" in maniera
corretta, la colla, sotto la pressione degli stringenti, deve fuoriuscire dalle
giunzioni lungo tutta la linea di incollaggio. Eliminiamo con cura l'eccesso
con un panno umido e lasciamo asciugare.

Nella seconda fase utilizzo una profondità di taglio minima,
agendo prima in diagonale, quindi con movimento rettilineo per ottenere una
superficie pronta a ricevere i prodotti di finitura.
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