venerdì 12 dicembre 2014
Johnny, dormi divinamente stanotte!
Un paio di mesi fa è arrivato nella nostra famiglia Johnny, un Beagle che ha ora 4 mesi.
Avevo sempre pensato che un giorno, nel caso ci fosse stato un nuovo arrivo, mi sarei prodigato a preparare una piccola culla....mai a pensare che avrei costruito una cuccia per cani.
Il lavoro è stato abbastanza agevole; ho utilizzato per la maggior parte legno riciclato e delle perline di abete da 2 cm per i pannelli e il tetto. Un unico tipo di incastro, a mezzo legno, particolarmente semplice, rende questo progetto davvero alla portata di tutti.
Il tetto (leggermente asimmetrico) è spiovente ed è apribile per metà in modo da facilitare le operazioni di pulizia. I pannelli non sono incollati e sono tenuti al loro posto da dei listellini inchiodati dall'interno. Le battute sul telaio sono riportate e sono state ottenute incollando (con l'ausilio di spine da 6 mm) dei listelli esternamente al telaio.
La cuccia è progettata per resistere alle intemperie. Il tetto è impermeabilizzato con una speciale vernice plastificata e un sormonto facilmente rimovibile evita che l'acqua possa infiltrarsi nella confessura dell'elemento apribile. La porta di ingresso è decentrata, in modo che il cucciolo possa ripararsi lateralmente ed è stata parzialmente isolata mediante una comoda tendina in gomma (tagliata a strisce per facilitare ingresso e uscita) .
Le ruote sono molto pratiche se si desidera poter spostare facilmente la cuccia (il peso è considerevole, occorrono due persone per movimentarla agevolmente).
Dalle nostre parti la temperatura è abbastanza mite anche d'inverno e il legno isola molto bene dal freddo. In ogni modo ho aggiunto un piccolo termoventilatore elettrico, protetto da una griglia metallica e collegato ad un termostato ambiente che evita alla temperatura di abbassarsi oltre un certo valore.
La finitura è stata fatta con due mani di cementite e due mani di vernice coprente per esterni. La bandiera è un omaggio alle origini di questa razza......
Eccolo ripreso dalla fotocamera....un po' perplesso ma dopo pochissimo la cuccia è diventata il suo rifugio preferito.
Sono sicuro che dormirai divinamente, Johnny!!
Si può scaricare il file di Sketch Up al link seguente:
https://app.box.com/s/tiq5j7wvejrf9srprxh9
sabato 6 settembre 2014
Pannelli in 5 mosse
Quando si usa il legno massello, capita non di rado di dover
ricorrere alla costruzione di pannelli per ottenere elementi della larghezza
desiderata. Trovare tavole particolarmente larghe non è sempre possibile, in
più quest’ultime porrebbero possibili problematiche di stabilità dimensionale
che potrebbero mettere a repentaglio la buona riuscita del nostro progetto.
Costruire un pannello non è un processo particolarmente
impegnativo, a patto di possedere gli attrezzi giusti e adoperare alcuni
accorgimenti atti a facilitare il lavoro.
Il procedimento può essere suddiviso in cinque fasi:
1) Spianare
i singoli elementi
2) Comporre
il pannello a secco
3) Piallare
le coste degli elementi
4) Incollare
5) Rifinire
il pannello
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Durante la lavorazione dei singoli elementi, considerando
come punto di partenza il legno grezzo, si utilizzano le pialle classiche che,
in sequenza, sono lo sbozzino, la jack ed eventualmente la jointer se i pezzi
sono particolarmente lunghi. Personalmente non curo questa fase di preparazione
in modo particolare, evitando l’uso della pialla da finitura e accontentandomi di
ottenere dei pezzi di spessore omogeneo (leggermente superiore a quello finale)
e superfici senza strappi. Infatti, anche prestando molta attenzione, è
pressoché inevitabile creare dei dislivelli tra gli elementi durante la fase di
incollaggio, che, se pur minimi, costringono ad una nuova rettifica della
superficie del pannello.
La seconda fase consiste nel comporre il pannello a secco,
cercando di accostare gli elementi in modo da ottenere il risultato estetico
desiderato. Quando si usano le pialle manuali è quasi un obbligo orientare i
pezzi con la venatura nello stesso verso in modo da favorire la rifinitura
successiva. E’ importante che il legno sia ben stagionato e, quando possibile,
meglio utilizzare legno proveniente da tagli radiali in modo da aumentare la
stabilità degli elementi e, conseguentemente dell'intero pannello.
Nel caso in cui il pannello debba essere successivamente
bugnato o altrimenti lavorato con una modanatura lungo i bordi, si può
scegliere di orientare un elemento esterno con la venatura in senso opposto.
Ciò permette alle pialle da modanatura di lavorare i bordi sempre a favore di
vena e di ottenere superfici meglio rifinite. Naturalmente nella fase
successiva staremo attenti a piallare l'elemento con l'orientamento opposto nella
giusta direzione (utilizzando la pialla nel verso contrario a quello adoperato
per la restante parte del pannello).
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Il caso ideale si verifica quando si costruiscono pannelli
composti da due soli elementi, ricavati tagliando a metà una tavola lungo il suo
spessore e incollandoli dopo averli aperti a "libro". La pialla potrà
lavorare i bordi sempre in favore di vena e in più è possibile ottenere un
interessante risultato estetico, soprattutto se si utilizzano elementi
maggiormente figurati.
Una volta individuata la sequenza di elementi che ci
soddisfa maggiormente occorre marcare una delle superfici del pannello, così da
poterlo successivamente incollare nel modo corretto. A questo scopo si può
disegnare una "V" col vertice rivolto verso uno dei due lati lunghi.
Per un incollaggio efficiente, occorre che le coste degli
elementi siano perfettamente combacianti per tutta la loro lunghezza e nello
stesso tempo che il pannello stia in piano. Un metodo per raggiungere questo
risultato è quello di ottenere dei bordi squadrati e rettilinei. Al contrario
di ciò che avviene con delle macchine elettriche, dotate di precisi piani di
riscontro, ottenere un bordo squadrato e rettilineo lavorando manualmente
richiede una certa dimestichezza.
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Piallando gli elementi a coppie si compensano gli errori di squadratura |
In alternativa si possono piallare le coste con una tecnica
che chiameremo a "libro".
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la concavità è stata esagerata a scopo illustrativo |
In pratica le coppie di coste adiacenti si piallano insieme
dopo aver ripiegato gli elementi come se si chiudesse appunto un libro. In
questo modo, anche se la pialla non è tenuta in squadro, l'errore si compensa
quando i due elementi vengono riaperti per procedere all'incollaggio. La nostra
attenzione potrà dunque essere focalizzata ad ottenere dei bordi rettilinei o,
al limite, appena concavi in modo che possano combaciare facilmente sotto l'azione degli
stringenti.
Che tipo di pialla utilizzare per questo lavoro?
Il mio consiglio è quello di utilizzarne una di lunghezza
adeguata. Una "jack" può svolgere bene il compito solo su pezzi di
ridotte dimensioni (50-60 cm); oltre meglio utilizzare una "jointer"
che è la pialla dedicata a questa lavorazione (il verbo
inglese "to
join" si traduce infatti con "unire").
Durante l'azione occorre prestare attenzione a non far
ondeggiare la pialla e a ottenere un truciolo continuo su entrambi gli elementi
accoppiati, utilizzando poca profondità di taglio. Particolare cura sarà
osservata in entrata e in uscita dal pezzo (la pressione è sul pomello
anteriore in entrata, mentre in uscita si sposta su quello posteriore). Può
essere di aiuto marcare con la matita per seguire il progresso del nostro
lavoro e continuare almeno fino a che tutti i segni siano spariti.

Distribuiamo la colla (personalmente utilizzo quella
vinilica) su entrambe le superfici da incollare, distibuendola bene con un
pennello. Se abbiamo eseguito il lavoro di "jointing" in maniera
corretta, la colla, sotto la pressione degli stringenti, deve fuoriuscire dalle
giunzioni lungo tutta la linea di incollaggio. Eliminiamo con cura l'eccesso
con un panno umido e lasciamo asciugare.

Nella seconda fase utilizzo una profondità di taglio minima,
agendo prima in diagonale, quindi con movimento rettilineo per ottenere una
superficie pronta a ricevere i prodotti di finitura.
Guarda il filmato
Guarda il filmato
martedì 15 luglio 2014
Una Infill di peso!

Gli inserti in legno mi sembrano di palissandro, quello anteriore mostra evidenti segni di una riparazione. La lama è marchiata I & H Sorby, il controferro ha la dicitura DELL BROS CAST STEEL.
C'è una cosa che mi ha subito impressionato di questa pialla: il peso!

Rispetto ad una classica smoother in legno (1100g), pesa poco più del doppio, nonostante sia più corta di un paio di cm.
Le prestazioni sono di tutto rispetto e, sono sicuro, la massa considerevole, concentrata in pochi cm, fornisce una marcia in più.
lunedì 10 marzo 2014
Cuneo Regolabile
Si sa, i prodotti di origine Germanica, mostrano spesso particolari inusuali ma quasi sempre efficaci.
E' il caso di un piallone in legno della mia collezione che ha un cuneo alquanto particolare.
Questa pialla ha un tondo in acciaio che funge da fermo per il cuneo.
Esso è dotato, sulla faccia che si incastra contro il perno, di una piattina in metallo la cui posizione può essere regolata in altezza. La piattina viene tenuta in posizione da una rondella che si incastra nel legno mediante due punte che fungono da guida di scorrimento. Una vite centrale è sufficiente per tenere il tutto al suo posto.
Sono inoltre presenti un paio di alette laterali, che evitano il contatto tra la vite centrale e il perno in acciaio.
Una prima funzione mi è apparsa subito ovvia: evitare che il contatto con la superficie arrotondata del perno in acciaio potesse rovinare il legno, pregiudicando nel tempo la tenuta del sistema.
Ma perchè fare la piastina in acciaio regolabile in altezza? Giocandoci un po' ho capito che in questo modo il cuneo si può adattare a gruppi lama-controferro di diversa forma e spessore ed è sempre possibile trovare la posizione di massima tenuta. Un notevole vantaggio nel caso si rendesse necessaria la sostituzione della lama e/o del contro-ferro.
domenica 2 marzo 2014
Un recupero disperato.

In un lotto di utensili acquistato su ebay mi sono ritrovato quello che restava di una pialla "transitional" (forse Union) del tutto simile ad una Stanley 122, utensili prodotti tra la fine dell'800 e i primi del '900. Le pialle cosiddette "transitional" costituiscono un momento del passaggio dalle pialle in legno a quelle in metallo. Queste pialle avevano il corpo in legno (solitamente faggio) ma con un frog o altro supporto per il gruppo di taglio fatto in metallo; erano presenti, inoltre, le regolazioni tipiche che si trovavano nelle pialle metalliche dell'epoca. La serie "Liberty Bell" è così chiamata perchè sul lever cap (dotato di vite di serraggio manuale) si ritrova riprodotta la celebre campana Statunitense.


L'intervento è stato radicale: ho segato via le parti rovinate dalla spaccatura, ho rispianato con cura e aggiunto un pezzo di faggio nuovo per ripristinare la larghezza originale della pialla. Sul fianco, per coprire i fori praticati, ho aggiunto una toppa di legno.

Come lama ho utilizzato una lama per pialla in legno col suo controferro, per cui è stato necessario creare l'asola per l'ingaggio della leva di regolazione della profondità e ho dovuto spostare il foro filettato per la vite di serraggio.



Un trattamento di colore noce ha completato il ripristino.

Ora non sfigura più vicino alla sua sorella più fortunata!
venerdì 24 gennaio 2014
Corso per la costruzione di pialle in legno
Il corso, tenuto dal sottoscritto, si terrà a Viterbo presso la scuola del legno "La Malaspina", il 15 e 16 Marzo 2014.
L'allievo sarà guidato nella costruzione di una pialla da banco.
I materiali saranno forniti dalla scuola e ogni allievo potrà portare a casa il proprio lavoro.
Il corso è a numero chiuso.
Per info: Corso di costruzione di pialle in legno.
L'allievo sarà guidato nella costruzione di una pialla da banco.
I materiali saranno forniti dalla scuola e ogni allievo potrà portare a casa il proprio lavoro.
Il corso è a numero chiuso.
Per info: Corso di costruzione di pialle in legno.
Associazione Culturale La Mala Spina -Scuola del legno-
via Sant’Andrea, 98 01100 Viterbo
per informazioni info@scuoladellegno.it
Giacomo +39 347 – 009 7086
Vasco +39 348 – 77 37 636
Giacomo +39 347 – 009 7086
Vasco +39 348 – 77 37 636
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