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In questo post vi mostrerò come ho attrezzato un angolo del laboratorio in modo da ottenere un ampio piano di lavoro e spazio per conservare accessori e ferramenta.
Il concetto è quello delle cucine moderne. Infatti ho riciclato dei pezzi di top, installati su un mobile costruito con la tecnica del telaio e pannelli. Quasi tutto il materiale è stato ottenuto riciclando altri pezzi o utilizzando avanzi di altre lavorazioni. Il top è un truciolato lainato proveniente da una cucina dismessa, il mobile è costruito in abete. Ecco qui i disegni progettuali dei due moduli:
Il modulo frontale prevede una cassettiera e un vano a giorno con mensolatura e chiuso da una porta scorrevole che scorre su una coppia di binari in faggio, anch'essa auto-costruita.
I cassetti, costruiti in maniera tradizionale con incastri a coda di rondine, scorrono in un telaio dedicato, inserito nel mobile.
Spostando la porta scorrevole si scopre il vano a giorno dotato di mensole dove trovano posto una serie di contenitori in plastica utilizzati per riporre la ferramenta.
Il secondo modulo fa angolo col primo ed è chiuso da un'anta di tipo tradizionale.
Di seguito alcune immagini delle lavorazioni:
Con la nastro taglio i tenoni per il telaio del mobile
Le mortase le ho fatte col trapano a colonna e rifinite a scalpello
Importante la giusta quadratura
I pannelli sono inseriti in scanalature tagliate con l'incorsatoio o
anche con la ghimbarda se i canali sono ciechi (quelli che sfociano
nelle mortase)
Notate la scarpa della Stanley 71 che, girata sotto-sopra, funge da indicatore di profondita.
I fondi poggiano su battute tagliate sui traversi coinvolti e le ho realizzate con una pialla per battute denominata "Badger"
Telaio pronto per ricevere i pannelli.
I pannelli a vista sono bugnati come quello che costituisce anche la
porta scorrevole. Per le bugne ho utilizzato una pialla fatta da me
alcuni anni fa
Il telaio dell'anta scorrevole è assemblato sempre con mortasa e tenone.
I due traversi sono però maggiorati in larghezza per sostenere le due
guide scorrevoli.
Le guide sono in faggio a doppio dente e canale, realizzati con incorsatoio
Sui cassetti potete guardare il video
https://woodworkingbyhand.blogspot.com/2020/06/blog-post.html
Coperchio completo di attrezzi |
Taglio dei tenoni e delle mortase |
Rifinitura dei tenoni per perfezionare l'inserimento e incastri rinforzati da spine (destra) |
Sul lato interno del telaio è stata realizzata una scanalatura che ospita il pannello centrale. La stessa lavorazione è effettuata sul perimetro del pannello in modo che esso possa essere incastrato nel telaio in maniera sfalsata. L'effetto è quello di ottenere la prominenza del pannello sul lato esterno del coperchio (e una rientranza sul lato interno).
Scanalature per ospitare il pannello |
Aggiunta della cornice perimetrale aiutandosi con delle spine per l'allineamento |
Le unioni a 45° sono rinforzate da spine inserite dopo aver incollato la cornice |
Aggiungiamo il succo di limone al latte e attendiamo la cagliatura per almeno 12 ore |
Filtriamo quindi il latte cagliato utilizzando un canovaccio di cotone o anche meglio di lino che ha maglie un po' più larghe. Lasciamo decantare quindi strizziamo il canovacco col suo contenuto per favorire l'uscita di tutto il siero.
Si ottiene una specie di crema, simile come consistenza ad uno yogurt |
Già così la vernice alla caseina può essere utilizzata come trasparente |
Aggiungiamo il colore |
A seconda del potere coprente continueremo a dare mani fino a raggiungere il risultato desiderato |
La tempera alla caseina deperisce rapidamente. Si può infatti conservare solo alcuni giorni in frigorifero. Per prolungarne la conservazione si può aggiungere un conservante, ad esempio la nipagina. Volendo si può congelare e riutilizzare entro alcuni mesi.
L'aspetto dei colori alla caseina è di tipo opaco. Una maggiore brilantezza può essere ottenuta con cera d'api e/o olio. In questo caso ho utilizzato olio di lino cotto al 50% di acquaragia. Con questa miscela ho trattato anche le parti non colorate del manufatto.
Anche gli accessori del coperchio son trattati con olio di lino al 50% di acquaragia |
Realizziamo le guide in faggio |
Tracciatura |
Sgrossatura mediante battute realizzate con la pialla combinata |
Rifinitura con la sponderuola |
Su ognuno dei tre bordi longitudinali scorrerà un cassetto |
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Schema costruttivo dei cassetti |
Taglio delle scanalature per il fondo |
Eventuali scavi intermedi per posizionare i divisori |
Code di rondine |
Sul perimetro del fondo viene realizzato un dente per l'inserimento nelle scanalature |
Attraverso vena la sponderuola con lama skewed è imbattibile |
Alle estremità del cassetto vengono aggiunti due elementi in faggio rimpiazzabili |
Servono per lo scorrimento sulle guide |
Con un pialletto regoliamo per un inserimento di precisione |
Prove di scorrimento |
Il contenitore ribaltabile viene costruito come una scatola chiusa |
Il coperchio è ricavato con un taglio alla sega a nastro |
Da un raccordo idraulico in ottone da 1 pollice sono ricavati gli elementi per il movimento dei cassetti |
Dopo aver forato si procede a filettare con un maschio "improvvisato" |
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Una porzione del raccordo idraulico è tagliata ed avvitata in sede. La filettatura interna favorisce la presa delle dita durante il movimento |