In verità questo progetto è cominciato per caso, invogliato da alcune  realizzazioni che avevo visto in giro per la rete. Ho utillizzato quello  che avevo in casa, compresi un ferro e controferro Hirsc che l'amico  Ciro mi aveva regalato un paio di anni or sono. 
Il  corpo pialla è in frassino, un legno che mi piace moltissimo, solido,  compatto, abbastanza facile da lavorare. La suola e il cuneo sono in  wengè. Il contrasto chiaro-scuro è molto bello.
Mi  ha sempre attratto l'idea del bottone di legno per liberare il gruppo  di taglio e settare la lama, così ne ho posizionato uno nel lato  posteriore, sempre in wengè.
Non  avendo un pezzo di frassino di adeguate dimensioni, ho provveduto ad  incollare tre pezzi da ca. 3 cm di spessore uno sull'altro. 
Per  scavare la cavità ho utilizzato delle punte Forstner fin dove  possibile, continuando con un firmer chisel in stile giapponese da 25  mm. Per ottenere la seduta all'esatta angolazione (60°) ho utilizzato un  blocchetto guida in faggio ancorato alla parte superiore del corpo  pialla e ho rettificato con lo scalpello
Ho stampigliato sul retro la sigla S60. S sta per Smoother e 60  per l'angolo di seduta. Per ottenere le modanature sugli angoli ho  utilizzato la levigatrice a nastro, tenendo per pochi secondi la pialla a  contatto con l'abrasivo. Il bottone in wengè l'ho otenuto forando di  testa al trapano a colonna con una sega a tazza, utilizzata senza la  punta di invito.
Avere  una doppia suola aiuta molto ad ottenere una bocca di larghezza minima.  Il wengè è molto resistente all'usura, tuttavia ha una certa tendenza a  scheggiare per cui bisogna fare molta attenzione durante le rifiniture  della bocca.
La suola è stata livellata su carta abrasiva attaccata ad una suprficie piana (grana 120 e 180).
I trucioli sono il vero premio per l'impegno profuso.