Qualche tempo fa acquistai un set di vecchie pialle in legno tedesche, quasi tutte in buono stato ed ancora utilizzabili. Non così per una di esse, chiaramente mancante di qualche pezzo, a giudicare dalla presenza di fori che attraversavano il corpo pialla su almeno due facce.
Essa presentava una guida in ferro auto-costruita avvitata alla suola e un coltello sul fianco tipico delle pialle che possono tagliare anche traverso vena. La suola angolata mi convinse che doveva tratarsi di una pialla per code di rondine. Per un po' la riposi su uno scaffale fino a che decisi di tentare un recupero estetico e funzionale.
Sulla parte superiore del corpo pialla notai il marchio Paul Kuhn-Leipzig, sul retro il numero 106. Decisi di scrivere a Wolfgang Jordan, autore dell'ottimo sito http://www.holzwerken.de/ dove è possibile trovare moltissime informazioni riguardanti antichi utensili continentali per la lavorazione del legno.
Grathobel è la traduzione tedesca di pialla per code di rondine, la 106 (quella in basso a sx del disegno) è catalogata come dotata di doppia guida in legno e coltello per taglio traverso vena.
Cosa ancora più utile, Wolfgang mi fornì delle foto di un esemplare completo posseduto da un suo amico:
Il dado era tratto. Ora avevo tutte le informazioni per poter procedere al ripristino.
Lo spigolo della suola presentava pesanti segni di usura per cui ho proceduto alla sua ricostruzione con un inserto di olivo selvatico, tagliato in modo da esporre all'usura il legno di testa. Per fare ciò ho spianato lo spigolo e tagliato una scanalatura con la sega circolare lungo la suola. Ho creato quindi un dente nell'inserto di olivo per permettere l'incastro e l'incollaggio del nuovo pezzo.
Naturalmente ci sono pochissime probabilità di ritrovare dei ricambi originali, per cui ho dovuto adattare quello che ho trovato per la ferramenta mancante. Per imitare i nottoli in ottone che serrano i perni delle guide in legno, ho utilizzato dei pomelli in ottone che ho provveduto a forare e filettare. Da scarti di ferramenta per serramenti ho ricavato delle piastrine asolate che potessero imitare quelle utilizzate per accogliere la testa delle viti.
Per le guide ho utilizzato legno di frassino. La guida parallela sulla suola determina l'altezza della coda di rondine, mentre lo stop di profondità ne determina la sua larghezza (vedi disegni).
Alla fine il risultato è stato molto soddisfacente, dal punto di vista del recupero estetico ma soprattutto funzionale. L'attrezzo taglia senza esitazione e con una ottima precisione, sia lungovena che traverso vena. Un cavallo di razza che da subito mi ha impressionato e che ho immediatamente classificato come uno dei miei migliori attrezzi. Di seguito le immagini dell'attrezzo restaurato:
Ecco uno scatto del risultato su un pezzo di faggio e un breve filmato della pialla in azione.
Ciao Giuliano,
RispondiEliminabellissimo restauro di una pialla un po’ sconosciuta ma estremamente necessaria per chi non ha una fresatrice .
Una chicca lo spigolo rifatto con l’ulivo selvatico e una modifica più naturale la sostituzione della guida parallela con una di legno.
Lo stop di profondità lungo quanto la pialla aiuta molto a creare una coda di rondine diritta, io ne ho costruito una con uno stop corto e penso proprio che copierò il tuo.
Nel filmato si vede che anche in uscita la lama taglia bene senza “sbeccare “ mentre io aggiungo un listello alla fine per non rovinare la testa della coda di rondine, dipenderà dall’affilatura della lama o da cos’altro?
Per curiosità, perché non hai uniformato il colore di tutti i componenti?
Grazie per averci fatto partecipare al restauro, c’è sempre da imparare.
Ciao Vittorio
Ciao Vittorio,
RispondiEliminasono contento di risentirti!
Grazie per l'apprezzamento. Il fatto che non sbecca in uscita è dovuto soprattutto alla qualità della lama. Contolla inoltre che il coltello incisore sia in asse con la lama e che esso e il fianco della lama non sporgano dal corpo pialla.
Per il colore dei pezzi nuovi che non è uniforme al resto è dovuto soprattutto alla fretta di finire il lavoro e provare la pialla (mea culpa!)
Giuliano