Chi è Johnny? Ma il nostro impareggiabile Beagle!
Allora ho pensato di installare una staccionata che coprisse una larghezza di circa 175 cm, molto semplice: due pezzi laterali con un cancello centrale:
Il progetto è piuttosto semplice ma ne ho voluto mostrare la realizzazione per un motivo particolare: la costruzione è stata fatta senza usare colla, viti o chiodi.
Per me si tratta di una novità, devo dire che ne sono soddisfatto, la staccionata è molto solida e il tempo mi dirà se le soluzioni adottate sono quelle giuste.
Traversi e montanti sono uniti con tenone e mortasa e rinforzati da spine passanti, le doghe sono inserite mediante un incastro a coda di rondine.
Ho utilizzato del legno recuperato da delle pedane, lasciando volutamente a vista tutti i difetti come buchi di chiodi, graffi più o meno profondi, nodi morti etc., il tutto rifinito da una vernice coprente.
Realizzazione delle mortase sui montanti. |
Dopo aver preparato tutti i pezzi ho realizzato le mortase sui montanti e gli scassi per l’inserimento delle doghe sui traversi.
Segniamo sulle teste della doga l’angolo desiderato. |
L’operazione preliminare é consistita nel creare un angolo sulle coste delle doghe, in rapporto di 1:6 (circa 9,5°) , come prescritto per gli incastri a coda di rondine su legni teneri (abete in questo caso).
I segni a matita guidano nella realizzazione dello smusso angolato. |
Ecco il risultato. |
Una volta tracciati gli angoli su ambedue le teste della doga ho utilizzato una pialla Jack per creare lo smusso su entrambe le coste.
Lo step successivo ha previsto la realizzazione degli scassi sui traversi, realizzati con sega, scalpello e ghimbarda.
Con una Dozuki tagliamo appena all’interno della zona di scarto. |
Rimozione dello scarto. |
La ghimbarda pareggia il fondo dello scasso per le doghe. |
A questo punto ho creato uno spiovente sul lato superiore dei traversi in modo da facilitare lo scarico dell’acqua verso il basso.
Gli smussi sulla costa superiore dei traversi facilitano lo scorrimento dell’acqua piovana. |
E’ il momento di realizzare i tenoni, tagliati leggermente più spessi della dimensione finale, raggiunta con l’ausilio di una block rebate plane (Sargent 507).
La block rebate è molto utile per dimensionare con cura lo spessore dei tenoni. |
Visto il non utilizzo della colla ho preferito fare un incastro molto stretto, messo in opera con l’ausilio di qualche colpo di mazzuolo. Lo stesso è valso anche per l’inserimento delle doghe.
Tutti i tenoni, fatta eccezione per quelli del cancello dove ho utilizzato la tecnica del drawboring, sono fissati ulteriormente con delle spine passanti. Anche gli incastri delle doghe sono rinforzati con lo stesso sistema. Per impedire alle spine di fuoriuscire dalla loro sede, i fori sono stati slargati su entrambe le estremità utilizzando un semplice cacciavite fisso della misura adeguata. Le spine, opportunamente tagliate alle estremità sono fissate da entrambi i lati mediante dei cunei.
La forma della punta di un cacciavite ci serve per svasare la parte superiore dei fori per le spine. |
Le spine presentano uno o due tagli alle estremità per l’inserimento dei cunei. |
Una volta inseriti i cunei da entrambi i lati, la spina non può fuoriuscire. |
Non ho scattato foto di questo passaggio, ma ho cercato di renderne l’idea con uno schizzo:
Anche il fermo è tenuto al montante senza colla, utilizzando la tecnica del drawboring. |
Prove generali fatte in laboratorio. |
La finitura è stata fatta con due mani di cementite e due mani di vernice acrilica.
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